CELEBRIAMO I 90-30 ANNI DI INTERNORM

CELEBRIAMO I 90-30 ANNI DI INTERNORM

Per celebrare i 90 anni ed i 30 anni di INTERNORM, Ennio Braicovich, direttore del mensile Nuova Finestra ci dedica un interessante articolo.

Una continua, tranquilla innovazione

Il titolo sembrerebbe stato ideato da qualcuno sotto influenza di più pastiglie di un potente ipnotico. Lo difendo perché esso esprime invece, dopo lunga riflessione, a mio parere, il cuore dell’identikit di Internorm. Il “continua” ci narra di una esperienza radicata nei novant’anni di storia di una famiglia austriaca che con orgoglio vanta di essere nata nel 1931 nell’officina di un artigiano, il fabbro Eduard Klinger. Erano quelli i tempi in cui, ricorda il sito austriaco dell’azienda, per “fare” una finestra occorrevano ben quattro mestieri diversi: un falegname, un vetraio, un pittore e un fabbro che montava gli accessori. Per nove decenni la famiglia, senza ricorrere ad artifici o fuochi pirotecnici, passo dopo passo, in maniera “tranquilla”, ha saputo trasformare l’azienda individuale in impresa internazionale proiettando il proprio marchio a livelli di visibilità senza precedenti e innovando in maniera continua. Un po’, mi si perdoni il paragone che potrebbe apparire irriverente, ma si tratta pur sempre di Austria, come il Concerto di Capodanno di Vienna dei Wiener Philharmoniker. Evento unico di prestigio internazionale, che continua da più di ottant’anni nella sala tutta ori e specchi del Musikverein di Vienna. Ogni anno, sia che venga diretto da Zubin Mehta o da Riccardo Muti, esso si innova continuamente e tranquillamente e ci appare sempre nuovo pur gestito nel solco della tradizione. Insomma, un valore sicuro che perdura nel tempo. Anche l’impresa è come un’orchestra: ci vuole un’idea musicale del compositore che si trasforma in spartito, occorre una bella sala da concerto, ci vogliono degli orchestrali provetti e un direttore che connette e dirige il tutto. E ci vogliono degli spettatori che nel nostro parallelo sono i clienti.

    All’ascolto

A proposito di clienti mi ha sempre colpito fin dalla prima presentazione il programma Customer Care di Internorm. Così semplice l’idea: andare all’ascolto del cliente, il nostro re. Ma non così semplice da attuare. E neanche da replicare. Sono oltre dieci anni che questa nobile e ancor oggi innovativa pratica dell’audizione sistematica del cliente è stata messa in campo. Diciamoci la verità: in un paese in cui ci si ispira molto (termine gentile per non dire che si copia molto) mi sarei atteso che l’esempio della casa austriaca trovasse prima o poi dei fervidi proseliti. Nulla di questo per quanto ne sappia. Eppure, da che mondo è mondo il cliente è fonte primaria di idee e ispirazioni. Da lui si va a lezione. E la sua soddisfazione/insoddisfazione è per noi un prezioso segnale se quanto fatto va bene oppure se dobbiamo migliorare. In un settore molto geloso delle proprie prerogative è sempre difficile accettare che una terza parte “si intrometta” tra noi e il cliente e che a questi chieda una valutazione sul nostro operato distinto in dieci punti chiave tra la prima accoglienza e il post- vendita. Eppure il feedback del cliente è prezioso per il rivenditore ma anche per la stessa azienda e rappresenta uno straordinario stimolo per essere migliori in tutto.

.   Uno stimolo prezioso

Anche nell’innovazione dei processi aziendali e dei prodotti. E l’innovazione non manca proprio a questo proposito. Basta sfogliare le pagine della storia aziendale di Internorm per cogliere che il processo di innovazione si sta accelerando di decennio in decennio. Solo nell’ambito dei prodotti come poter dimenticare che l’azienda di Traun vanta di esser stata il primo produttore a introdurre negli anni settanta la vetrata isolante come dotazione standard, negli anni ottanta la triplice guarnizione e negli anni novanta la formulazione di un PVC senza piombo per i propri profili completato da un sistema certificato di riciclo. E poi nei primi anni Duemila il Fix-O- Round, il sistema di sigillatura perimetrale, che ha alzato l’asticella nel campo degli infissi. Come dimenticare la gamma I-tec? Declinata inizialmente negli ambiti della Ventilazione, dell’Oscuramento e della Sicurezza, I-tec è diventata il vessillo stesso dell’innovazione tecnologica della casa austriaca. La variante I-tec Connect è il sigillo di entrata nel mondo della connessione digitale, della domotica e dell’azionamento motorizzato di serramenti e schermi. E poi, I-tec Core che eleva un nucleo in lamellare fine ad elemento portante e termoisolante della finestra in legno-alluminio. E così si potrebbe continuare fino all’ultimo prodotto: la finestra KF 520, più luminosa e sicura, grazie anche alla ferramenta I-tec Secure, integrata nei profili, invisibile, in grado di collocare il prodotto nelle classi RC2 o RC3.

Sommersi dalle continue novità, centellinate di anno in anno, si rischierebbe a questo punto solo di essere noiosi…sempre in attesa delle prossime novità. Inevitabile a questo punto la domanda: saranno di prodotto, di processo o di marketing? La vera domanda è: siete pronti ad un’altra puntata di “continua, tranquilla innovazione”?

Ennio Braicovich